Scuola Elementare "Raffaele Libroia" - Tauriano - Il Paese, la Storia, le News e la sua gente

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Scuole Elementari "Don Giovanni Bosco" Spedita 1971
Storia dell'ex Scuola Elementare di Tauriano
Articolo di Marinella Cimatoribus - pubblicato su "Il Barbacian" edizione dicembre 2014 (per gentile concessione dell'autore e della ProSpilimbergo)

L'edificio, le lezioni, gli alunni, i maestri…
Un viaggio attraverso il tempo, per conoscere l’origine e  l’evoluzione della Scuola elementare di Tauriano, attraverso i documenti d’archivio e  le testimonianze di quanti l’hanno frequentata.


A Tauriano di Spilimbergo già nel 1870 esisteva una scuola serale molto frequentata. Nell’ archivio della Società Operaia in un documento datato 1884 si legge:

   Provincia di Udine Distretto del Comune di Spilimbergo
   Avviso di concorso
   A tutto 31 corrente resta aperto il concorso ad un posto di Maestra rurale nel villaggio di Tauriano;  verso l’annuo stipendio di Lire 366,66.- La nomina sarà duratura per due anni. I documenti in bollo competente che dovranno corredare la domanda d’aspiro, sono i seguenti:  Fede di nascita. Attestato di moralità. Certificato penale, politico-criminale. Certificato di sana e robusta costituzione fisica. Stato di famiglia. Patente d’idoneità all'insegnamento.
   La nomina è di spettanza del Consiglio. I diritti e obblighi del Titolare risultano dalle Leggi e Regolamenti in vigore. Dato a Spilimbergo  il 10 ottobre 1884.
   Il Sindaco  ff. (non leggibile)

Si cercava una maestra per questa sede scolastica comunale ancora provvisoria. Le lezioni si tenevano in un’aula sopra la vecchia latteria turnaria che era collocata nel sagrato tra la chiesa parrocchiale e la casa di fronte, abitata dal calzolaio(ove ora c'un grande albero sempreverde). Qui, in questa sede, hanno imparato i  principi della lettura e della scrittura  il prof. Angelo Filipuzzi di Provesano, il poeta, maestro Mario Argante e tanti altri ragazzi.

SEDI

Il 24 maggio 1900, il sindaco di Spilimbergo sig. Raffaello Andervolti e il delegato alla Pubblica Istruzione cav.avv. Concari, diedero incarico per l’avvio delle pratiche per la costruzione degli edifici scolastici del capoluogo e delle frazioni.
Nel 1901 il Consiglio comunale approvò la costruzione immediata del fabbricato scolastico per le scuole di Tauriano, secondo il progetto dell’ing. Giulio De Rosa e nel giorno 7 novembre 1902, date le difficili condizioni di bilancio, deliberò di contrarre un mutuo particolare di L.19.000 con la Cassa dei Depositi e Prestiti.




I progetti redatti con cura dall’ing. De Rosa vennero approvati nel luglio 1903. Nel dicembre 1903 dalla Regia Prefettura della Provincia di Udine, il prefetto in risposta alla domanda del sindaco autorizzava il Comune di Spilimbergo all’acquisto del terreno “a sede dell’erigendo edificio scolastico di Tauriano, (metri quadrati 1610) da Martina Antonio fu Giuseppe e Consorti”.

Il Consiglio comunale, così, nell'intento di dar lavoro ai capimastri locali richiedeva alla R. Prefettura l’autorizzazione a concedere l’esecuzione dei lavori a trattativa privata. A concessione ottenuta nel dicembre 1905, per la scuola di Tauriano si stipulò un contratto con la ditta China Antonio di Baseglia.

La costruzione degli edifici, tutti, ebbe luogo in circa un anno e mezzo, con la sorveglianza del progettista Giulio De Rosa e anche l’impresa si adoperò al meglio per la buona riuscita dei lavori.
Nel 1905 a Tauriano nasceva anche la Società Operaia, a quel tempo: Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione (SOMSI) che sempre operò per la formazione dei giovani. Nel giro di sette anni, tra permessi e concessioni si portò a conclusione l’opera e il nuovo edificio della Scuola elementare di Tauriano fu inaugurato nel settembre 1907.


Dopo il 1918 la scuola fu intitolata al capitano Raffaele Libroia dei Cavalleggeri di Saluzzo morto nella battaglia ingaggiata con le retroguardie austriache sulla strada Tauriano-Istrago. dove ora sorge un cippo a memoria. Negli anni 1960 la Scuola elementare di Tauriano divenne Scuola elementare statale intitolata a San Giovanni Bosco.

CLASSI

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Classe 2° Anno scolastico 1952/53 - Elenco Alunni dall'alto in basso e da sinsitra a destra

  1. Prima Fila : Diego Martina, Franco Zavagno,Franco Giacomello, Pietro Bolzan e maestra Anna Zelasio Desiderato
  2. Seconda Fila: Silvano Sovran Stelvio Martina Gino Cristofoli, Arvedo Cominotto
  3. Terza Fila: Santa Lucia Bolzan, Ines Zanette, Alberta Scandiuzzi, Ilva De Luca, Liana Pitton, Edda Migotto, Maria Luigia Carrer, Nadia Zavagno, Milena Barzan, Resi Cancian, Angelina Vidotto
  4. Quarta Fila: Gabriella Martina, Franca Maria Zanette, Rosanna Sudiro, Maria Martina (Mari)
  5. Quinta Fila: Marinella Cimatoribus, Marlena Taina, Renato Mian, Angelo Luigi Zampolin, Sergio Berlese, Elide Osello, Elsa Volpato

Tutto questo si è recuperato dai documenti consultati.

MEMORIE
Poi, c’è anche chi con piacere e con passione parla della sua scuola. Una ex alunna racconta…

Nell’anno scolastico 1932/33 l’edificio della scuola aveva un unico piano con 3 aule. Il corridoio molto ampio era diviso da una parete e c’erano due entrate poste sulle facciate laterali. Nelle due aule da una parte si tenevano le lezioni per le classi prima, seconda e terza, dall’altra, oltre la parete, un’aula per le classi quarta e quinta.
Erano classi miste, rigorosamente dalla prima alla terza gli alunni avevano una maestra, in quarta e quinta il maestro Benvenuto Facchin. Un’altra sezione delle classi prima, seconda e terza era ospitata presso i locali della Società Operaia sopra la nuova latteria. In questa sede, due volte la settimana, nel pomeriggio, le bambine frequentavano lezioni di economia domestica con la maestra Antonietta Quartaro. Imparavano a cucire, ricamare i primi punti: punto erba, catenella, a usare l’uncinetto. Ogni anno si imparava qualcosa in più e si confezionavano piccoli capi.
Nelle stesse aule era ospitata la Scuola Professionale di Disegno, istituita dalla SOMSI fin dal novembre del 1908, due file di banchi erano disposti al centro, mentre addossati alle pareti trovavano posto i tavoloni per i ragazzi della Scuola serale di Disegno.

Le maestre in quel periodo erano: la signora Larise, Maria Pantaleoni in Garavini cognata della direttrice severa e temuta che periodicamente si recava in visita nella scuola. La maestra Pantaleoni nei giorni precedenti l’ispezione impartiva tutte le raccomandazioni possibili: non distrarsi mentre la direttrice parlava, prestare ogni attenzione, mantenere i libri e i quaderni ordinati e altre regole di rispetto. La direttrice non interrogava gli alunni, ma controllava attentamente il registro di classe e l’ordine dell’aula.
Si stava a scuola dalle otto del mattino fino a mezzogiorno, e nel pomeriggio dalle due fino alle quattro e mezza, cinque. Tutti gli alunni andavano a mangiare a casa; le maestre Quartaro e Larise, soprattutto d’inverno si portavano il pasto al sacco e erano ospitate presso la famiglia di Maria Moca che abitava vicino alla trebbia non lontano dalla scuola, dove potevano riscaldare e consumare il cibo.

La maestra Pantaleoni invece, che abitava a Spilimbergo, con la bicicletta andava e veniva quattro volte al giorno con pioggia, neve e ogni altra intemperia. Era sposata e aveva figli. Tornando a casa a mezzogiorno poteva fare il pranzo per tutti e poi ripartire per fare le lezioni del pomeriggio. Era una buona maestra, ogni tanto passava in qualche casa a salutare le mamme delle scolare.
Le classi erano veramente affollate. In quarta e quinta si aggiungevano i ragazzi di Istrago e Barbeano che volevano continuare a studiare, al loro paese c’erano solo le prime tre classi. Da queste frazioni vicine, venivano a piedi calzando scarponi con la suola di legno o dalmine. Unica tra tutti i maschi, da Barbeano, veniva anche una bambina.

Al mattino si svolgevano le lezioni per la quarta che contava circa cinquanta scolari e altrettanti erano presenti nel pomeriggio per la classe quinta. Su cento alunni c’erano tre scolare.
In ogni aula si trovava una stufa di terracotta di color mattone, a cinque piani. Il Comune provvedeva a fornire la legna, ma spesso quando mancava per un motivo o l’altro, ogni bambino arrivava da casa con una bracciata di tronchi. Le aule erano grandi con soffitti molto alti, l’edificio posava su basamenti rialzati da terra, luogo ideale per i giochi a nascondino e per le correnti d’aria.

I pavimenti di legno al passo di piedi calzati con zoccoli producevano il rumore di una cavalcata di cavalli. In seguito le insegnanti fecero portare da casa delle ciabatte da indossare in classe e fecero allineare gli strumenti sotto gli attaccapanni del corridoio. Sempre il maestro nel cortile metteva in fila gli scolari e li faceva marciare come dei soldati. Suddivisi in squadre, dovevano muoversi rigorosamente a tempo: “fianco destr, fianco sinistr” gli errori erano la regola perché i “piccoli balilla” o le “giovani italiane” non erano ancora ben lateralizzate.
In classe terza si sostenevano gli esami per passare agli studi superiori delle classi 4a e 5a. In classe 5a gli esami servivano come attestato di completamento degli studi del grado “Superiore”.

Sul frontespizio della pagella si leggeva: “Opera Balilla”; “Ministero dell’Educazione Nazionale”.
Le materie di studio erano numerose: religione, canto, disegno, ortografia, lettura e scrittura espressiva, esercizi scritti di lingua, aritmetica, contabilità, nozioni varie di cultura fascista, geografia. Storia e cultura fascista, scienze fisiche e naturali si studiavano in seguito nelle classi superiori.

Negli anni 1953/54 l’edificio è stato riadattato, tolta la parete divisoria del corridoio, rialzato di un piano per assumere la struttura attuale, tre aule sotto, tre aule sopra, più una piccola per la biblioteca. Era passata la Seconda guerra mondiale, le condizioni di vita stavano migliorando per tutti. Per andare a scuola ci si spostava ancora a piedi. Si superavano sempre due prove d’esame: una in classe seconda e una in quinta.

Tutti gli scolari avevano una divisa: i maschi vestivano una casacca di tela blu con un colletto bianco mentre le bambine portavano un grembiule nero con un colletto bianco. Qualcuna lo aveva ricamato, altre di plastica, così si sporcava di meno e si puliva velocemente senza bisogno di inamidarlo. Un fiocco nei capelli, mai troppo corti. Ogni anno, in primavera veniva a scuola un fotografo che faceva tre fotografie a ogni alunno: nel banco davanti alla carta geografica dell’Italia, con la penna in mano e un mazzetto di fiori di biancospino; una di gruppo, ancora una foto singola dietro l’edificio scolastico, sullo sfondo il campo dove ora si trova l’orto della Società Operaia, sopra una Vespa.

Le insegnanti erano cambiate, venivano ancora da Spilimbergo, erano la maestra Zelasio Desiderato, Favero, Candida Giacomello, Liliana De Stefano (che da Udine con la corriera arrivava fino a Spilimbergo poi con la bicicletta fino a Tauriano) e il maestro Leonardo Picco. Tutti ricordano il maestro Picco come un appassionato di calcio, e con i maschi ogni momento era buono per giocare. C’era qualcuno tra gli scolari che si rifugiava a giocare con le bambine perchè non amava il gioco del pallone. Le bambine più facilmente giocavano a bateçis, a balutis, salto con la corda, cucuc, gare di palla prigioniera e ruba-fazzoletto.

CHIUSURA

Ultime classi a tauriano 2000

Nel tempo, i figli di questi scolari hanno frequentato la stessa scuola, le classi erano meno numerose, in ogni casa c’erano televisione, giradischi, radio, automobili e telefoni. Le bambine giocavano con bambole filiformi tipo Barbie che si contrapponevano alle Matrioske, il Dolceforno, Mazinga Z per tutti. Si ascoltavano Simon Le Bon dei Duran Duran, Spandau Ballet, Pink Floyd e molti altri. Le maestre di Tauriano sempre un punto di riferimento importante, la scuola continuava a essere molto qualificata. Così nel susseguirsi di periodi intensi ricchi di cambiamenti e di stili di vita è arrivato l’anno 2000, quando le classi delle frazioni sono state accorpate presso le Scuole di Spilimbergo. I bambini meno numerosi dalle frazioni venivano prelevati dagli scuolabus. Ora a integrare il numero degli scolari sono presenti molti bambini provenienti da Albania, Burkina Faso, Argentina... Parecchi sono nati qui, risiedono nelle frazioni e vanno a scuola a Spilimbergo.

Nota
1 Archivio storico Comune di Spilimbergo
Cat. IX Istruzione pubblica Busta 821
Inaugurazione scuole – Relazione.

FOTO STORICHE

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