Dal 'articolo apparso domenica 6 novembre su "IL GAZZETTINO di PORDENONE"
I friulani nel fango di Genova
Da Tauriano alla Liguria, parlano le famiglie degli emigranti
«Abbiamo saputo del pericolo e morti a pochi metri da casa grazie a mio
fratello che vive a Spilimbergo che ci aggiornava di ciò che stava
succedendo, internet e i telefoni cellulari hanno salvato molte vite». Giulia Martina,
19 anni, nonni friulani, studentessa universitaria con la passione per
il canto, è ancora attonita. Ha visto la bomba d'acqua dalla finestra:
«I pendii delle alture e le scale dei palazzi erano diventate cascate».
Giulia è triste, la sua amica e coetanea è stata travolta dal Fereggiano
ed è morta mentre il fratellino si è salvato. «I giovani del quartiere
di Quezzi si sono uniti, tutti ci stiamo tirando su le maniche e armati
chi di pala, chi di buon cuore stiamo offrendo soccorso». «Le
comunicazioni telefoniche sono difficoltose - aggiunge- ma il primo
nostro pensiero va all'acqua non potabile, speriamo che arrivino presto
cisterne per prepare i pasti e dissetarsi».
Il fratello si
chiama Daniele Martina ed è lui che ha funzionato da collegamento con i tanti
friulani residenti a Genova, raccogliendone anche le testimonianze. In
via Fereggiano a Genova abitano infatti diverse famiglie emigrate negli
anni passati in Liguria.
Vittorino Martina terrazziere in pensione, originario di Tauriano
di Spilimbergo, negli anni '50 assieme ai fratelli si è trasferito a
Genova per lavorare nell'edilizia ed edificare quei palazzi che vediamo
nelle immagini di queste ore. Anche lui è uno dei simboli della comunità
friulana di Genova, vive lungo la riva destra del Bisagno. «Non abbiamo
danni, questa volta la furia delle acque si è scatenata lungo la riva
sinistra del fiume dove un tempo c’erano orti, tanto che i fruttivendoli
di Genova si chiamano "besagnini" proprio dal nome del torrente. Questa
mattina ho camminato per le vie alluvionate, così come nel 1970 quando i
morti furono decine, a colpirmi è la quantità di auto accartocciate
l'una sull'altra, le moto e le vespe sepolte nel fango. Ho chiamato un
amico Pierino anch'esso friulano che mi ha detto che nella sua zona
nell'alta Val Bisagno le strade erano diventate fiumi». Dino Martina,
figlio di friulani emigrati a Genova nel dopoguerra per costruire le
case per gli stessi emigranti richiamati dal boom del triangolo
industriale, vive con la famiglia nella zona alta della valle del
Ferreggiano. «Molti appartamenti anche ai piani alti sono stati allagati
essendo le case costruite negli anni '60 aderenti alle colline – da un
lato si è al terzo piano e dietro al piano terra vista muraglione.
Questa parte della città un tempo era la valle delle "bugaixe" le
lavandaie che nei trogoli lavavano la biancheria per tutta la città. Ora
i trogoli sono stati invasi dal fango e dalle acque del torrente».
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