Il buco nero del Canone RAI

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Il buco nero del Canone RAI

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Pubblicato da Raffaele in Consigli Vari · Giovedì 20 Mar 2008
Tags: Televisione
L'Agenzia delle Entrate ha infatti risposto nelle scorse ore alla richiesta di ADUC, affermando di non avere competenze a stabilire quali siano gli apparecchi atti o adattabilialla ricezione del segnale televisivo. Eppure sono proprio quellecaratteristiche, come noto, a definire i dispositivi che configurano ildovere di pagamento del Canone.
Nel suo Parere trasmesso ad ADUC, l'Agenzia delle Entrate ricorda come la Corte Costituzionale(sentenza 26 giugno 2002, n. 284) abbia già affermato che la "natura diimposta" del canone fa sì che si "esclude ogni nesso di necessariacorrispettività in concreto tra obbligo tributario e fruizioneeffettiva del servizio pubblico"; nella stessa sentenza la Consultaafferma che non c'è distinzione "tra chi riceva le trasmissionitelevisive attraverso la normale televisione e chi eventualmente lericeva con altri mezzi o non le riceva affatto". Il presuppostodell'imposta, secondo la Corte Costituzionale, è appunto il possesso degli apparecchi"ed è questione di mera interpretazione della legge stabilire qualisiano tali apparecchi". Inoltre, arriva a dire la Corte con quellasentenza, "la scelta legislativa discrezionale di fondare l'imposizione(genericamente) sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili allaricezione di trasmissioni radiotelevisive non appare irragionevole".
Dunque- spiega l'Agenzia ad ADUC - la Corte già nel 2002 avallavaintegralmente il contesto in cui il Canone RAI ancora oggi vieneriscosso ma rimandava alla "interpretazione" della legge ladeterminazione degli apparecchi da considerare. Una determinazione che,appunto, l'Agenzia delle Entrate si dichiara non competente adeterminare. Dichiara invece che in una nota trasmessa al ministerodelle TLC l'anno scorso è stato chiesto di chiarire questainterpretazione.

Nell'attesa che dal Ministero gli uffici sidegnino di far sapere agli italiani, anche a quelli che oggi la paganosenza doverlo, se e quando e come l'imposta sia dovuta, ADUC fa saperedi voler intraprendere nuove iniziative. Dopo le numerose porte sbarrate in cui è imbattuta in questi anni, l'Associazione sta pianificando un ricorso in sede europea.

"Durante il 2007 - ricorda ADUC - abbiamo presentato ben quattro interrogazioniai due ministeri, interrogazioni che da oltre un anno giaccionoignorate in Parlamento. Nell'ottobre del 2007 abbiamo quindi chiestoformalmente alla Rai di elencare per quali apparecchi fosse dovuto ilcanone, tramite una messa in mora. La Rai, con lettera ordinaria, ci harisposto di non poter rispondere e che avrebbe girato il quesitoall'Agenzia delle Entrate. Dopo alcuni mesi, vista l'assenza diqualsiasi risposta, abbiamo inoltrato un interpello all'Agenzia delleEntrate, che oggi ci risponde dicendoci di rivolgerci al ministerodelle Comunicazioni, il quale si è già rifiutato di rispondere".

ADUC sta valutando dunque un corso alla Corte di Strasburgo "vistal'impossibilità di ottenere una risposta certa e le conseguenzeamministrative e giudiziarie che questo comporta per moltissimicittadini". "Nel contempo - continua l'Associazione - stiamo valutandose procedere giudizialmente per danni nei confronti degliamministratori e ministeri responsabili".


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